Report dai nostri volontari. l’ esperienza di Giada a Mafia, estate 2023
Mafia, 16.08.2023-26.08.2023
Il 16 Agosto sono arrivata sull’isola di Mafia e sono stata accolta da Sister Mary Clemence e da Father Gerold,
il quale mi ha ospitata nella sua casa per i successivi 10 giorni.
Ritengo che la stanza con bagno privato che mi è stata riservata a sia una soluzione più che adeguata ad
ospitare volontari, l’unico elemento che necessiterebbe di un intervento sono i pannelli del soffitto in quanto
ci sono infiltrazioni e muffa come da foto sotto:
La problematica dei soffitti è presente anche nell’edificio scolastico, in cui ho notato diversi buchi nelle classi
e nel cortile. Elijah mi ha spiegato che le tipologie di cartongesso utilizzato sono due, una è quanto meno più
resistente dell’altra. Del cartongesso più resistente (ma che comunque si usura facilmente) sono riuscita a
prelevare un campione per consentire di effettuare le opportune verifiche.
Il giorno successivo ho conosciuto i bimbi, che gioia immensa! Sono stata accolta con il loro canto di welcome
e mi hanno fatta sentire subito ben accetta.
La mia percezione in quei giorni è stata che c’è una forte armonia tra di loro, tutti si aiutano senza escludere
nessuno e condividono qualunque cosa, da una caramella ad un foglio o una matita. Nessuno viene lasciato
solo o scontento e ciascuno di loro svolge le attività che vengono affidate.
Anche nei confronti dei bambini turchi che stanno trascorrendo un periodo di tempo a St. Joseph e della
bambina albina ho notato un grande senso di unione, inclusione e solidarietà.
Trascorrendo il tempo in classe con loro ho anche visto il notevole livello di preparazione in tutte le materie
grazie all’ottimo lavoro degli insegnanti. E quindi ho pensato di insegnare anche qualche parola in italiano!
Abbiamo quindi scritto e confrontato alcune parole in italiano, inglese, swhaili e turco e poi hanno imparato
i numeri da 1 a 10 prima in classe 3 e poi in classe 5. Ho pensato che sarebbe stato più divertente ma
soprattutto efficace insegnare i numeri giocando, per cui dopo aver scritto sulla lavagna i numeri in inglese e
in italiano ed averli ripetuti parecchie volte con gli studenti, ho proposto loro di memorizzarli usando i giochi
che avevo portato: racchette, corde, palloni da volleyball e canestro di basket. Sono stati felicissimi! Ad ogni
tiro o passaggio dovevano contare i numeri, ed in questo modo penso abbiamo imparato più in fretta e siano
stati felici allo stesso tempo.
Avendo portato un videoproiettore spero e mi aspetto che anche quello possa aiutare e contribuire alla
crescita e all’educazione dei bambini e, perché no, anche ad insegnare qualche altra parola in italiano.
Ogni giorno terminato l’orario scolastico abbiamo riportato tutti a casa con lo scuolabus: con riferimento a
quest’ultimo confermo che effettivamente circa ogni due giorni sono stati necessari interventi di riparazione
o manutenzione. Nonostante ciò, i problemi sono sempre stati risolti e i bambini non sono rimasti per strada.
Anche all’interno del mezzo non ho riscontrato particolari problemi di sicurezza.
Ho chiesto poi di visitare la zona mensa-cucina e la bakery.
Per quanto riguarda il locale mensa non ho rilevato alcuna criticità, il locale è idoneo e non richiede interventi
quanto meno nell’immediato.
Visibilmente diversa è invece la situazione nel locale cucina adiacente: la stanza è molto piccola, la finestra è
troppo in alto e anche la porta è piccola, per cui non c’è sufficiente ricircolo d’aria e la quantità di fumo è
superiore ai livelli tollerabili. Le pareti ed in particolar modo il soffitto sono annerite dal fumo che, mi dicono,
è contenuto solo quando si cucina il riso che richiede meno fuoco.
Il piano cottura è funzionante ma sicuramente migliorabile.
Infine, locale che è stato adibito a forno da Andrea e Rachele continua a funzionare regolarmente e più volte
a settimana viene prodotto il pane per i bambini come da foto sotto.
Venerdì 25, con le classi 5, 6 e 7 (circa 100 bambini) ci siamo recati nella zona del porto per ripulire la spiaggia
dalla plastica. La situazione platica su tutta l’isola è abbastanza drammatica, si tende a buttare tutto per terra
dopo il primo utilizzo e i rifiuti vengono semplicemente e costantemente bruciati per strada.
Il personale scolastico mi è sembrato molto restio nei confronti di questa attività, più volte mi hanno
sottolineato che i bambini sono impegnati tante ore al giorno in classe e non hanno molto tempo extra.
Attualmente i bambini vanno a pulire la spiaggia una volta al mese (a detta di Elijah). A mio parere, questa
attività dovrebbe rientrare nella materia di educazione civica e dovrebbe essere svolta 2/3 volte al mese
anche se, guardando alla mole di rifiuti da raccogliere, non si potrà mai ottenere un cambiamento
significativo se le altre scuole non apportano il loro contributo allo stesso modo.
Un altro ostacolo che si è posto ha riguardato l’attrezzatura: finora sono stati utilizzati guanti in lattice
monouso che si rompono dopo qualche minuto per cui non hanno una vera azione protettiva per i bambini
e in aggiunta diventano ulteriore rifiuto prodotto, creando quindi un grande controsenso. I guanti riutilizzabili
si potrebbero trovare a Kilindoni e sono quelli utilizzati nel settore edile, sono sicuramente più costosi ma il
costo verrebbe ammortizzato nel tempo se davvero si riuscisse ad eseguire la pulizia delle spiagge
costantemente.
Quanto ai sacchi, quelli utilizzati sono idonei e della giusta grandezza ma sono solo 20, comprandone
qualcuno in più i bambini non sarebbero costretti a tornare indietro a svuotarli continuamente.
Gli ultimi giorni i bambini erano impegnati con gli esami di metà semestre: ho assistito all’assegnazione dei
compiti da svolgere e alla correzione, e dai voti visti mi sembra siano andati bene.
Grazie alla scuola questi ragazzi hanno la possibilità di sognare e di avere un gran futuro, ed io auguro solo il
meglio a tutti loro perché lo meritano tutti.
Quanto a me, la mia prima esperienza di volontariato da sola è stata un turbinio di emozioni e sono
felicissima di aver iniziato proprio sull’isola di Mafia. Tutto ciò che c’è stato di bello va oltre le parole.
sicuro non è un addio ma un arrivederci.
Maisha marefu a tutti voi!
Giada
Il lavoro di Giada è stato straordinario perchè rivela tutta la determinazione e generosità necessarie affinche’ una missione abbia successo. Il progetto di ‘beach cleaning’, già precedentemente introdotto dal volontario Andrea , è stato portato avanti da Giada con grande fermezza. Giada ha saputo coniugare l’entusiasmo e la sua creatività con una battaglia necessaria per salvaguardare l’eco sistema della bellissima isola di Mafia, rendendo gli studenti della St Joseph School protagonisti di questo processo
Patrizia